Articolo Blog
Sushi: quando e pericoloso mangiare pesce crudo
Diventato più che una moda oggi alla portata di tutti, il pesce crudo può nascondere qualche insidia.
Vediamo insieme quando può essere pericoloso mangiare il sushi:
Molte persone sono scettiche verso questo tipo di cucina che prevede del pesce crudo per i rischi che questo alimento può comportare, tra cui la presenza di parassiti. Per evitare questo pericolo, in base alle norme europee il pesce crudo deve essere preventivamente congelato a – 20° C per almeno 24 ore, poiché il freddo, così come il calore della cottura, uccide i parassiti. Uno dei più temuti e conosciuti parassiti del sushi è l’Anisakis che può provocare sintomi simili ad un’intossicazione alimentare, come nausea, diarrea, vomito, forti dolori addominali, reazioni allergiche, ecc.
Solitamente le larve di Anisakis sono visibili ad occhio nudo perciò gli chef dovrebbero essere in grado di individuarle, ma non sempre è possibile.
Ma i parassiti non sono gli unici pericoli del sushi: nelle carni del pesce si possono accumulare mercurio e altri metalli tossici che causano intossicazioni con sintomi diversi come una debolezza dei muscoli, una difficoltà nel movimento o ai sistemi uditivi e visivi, ecc., spesso difficili da identificare e da associare a questa intossicazione. Il livello più alto di mercurio si trova nel tonno, nel pesce spada e nello squalo.
Infine altri pericoli derivano dagli alimenti che accompagnano il sushi, come lo zenzero e il wasabi che, sebbene apportino molti benefici nella loro versione naturale, ovvero sotto forma di radice, quando si presentano sotto forma di pasta o conserve potrebbero contenere addittivi chimici e coloranti nocivi.
Esistono però dei semplici accorgimenti che potete adottare, ad esempio:
- preferire i pesci di mare, le cui carni sono più raramente infettate da parassiti e batteri rispetto ai pesci d’acqua dolce che in genere non si prestano per essere mangiati crudi.
- puntare sul tonno, in quanto difficilmente questo tipo di pesce è infettato da parassiti, anche se allo stesso tempo presenta un livello più alto di mercurio. Un’ottima alternativa è il salmone, più economico, difficilmente attaccato da parassiti e con livelli di mercurio molto inferiori.
In ogni caso ci sono alcune categorie di consumatori a cui è altamente sconsigliato consumare del pesce crudo, tra cui i bambini, coloro che soffrono già di problemi di stomaco o che hanno un sistema immunitario debole, le donne in gravidanza, gli anziani e chi presenta delle allergie ad alcuni tipi di pesce.